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Tradizioni del Salento: i mestieri antichi

Il fascino che caratterizza il Salento è dato in buona parte – oltre che dal mare e dal paesaggio – dall’amore della gente del posto di conservare e tramandare attraverso le generazioni, le varie tradizioni locali.

Nonostante gli anni passati, le tradizioni religiose piuttosto che alcuni piatti tipici o ancora, alcuni mestieri,  sono rimasti invariati: stiamo parlando per esempio della raccolta delle olive, piuttosto che la pesca o le processioni in onore dei Santi.

Altre ancora invece sono a rischio di scomparire, se non fosse per il revival dato da alcune manifestazioni culturali, durante le quali si ripropongono i mestieri antichi che hanno caratterizzato il passato degli abitanti di questa meravigliosa terra.

Lu stagninu

Lu stagninu era un saldatore che girava per le strade dei paesi (alcuni avevano anche una bottega stabile) offrendosi di riparare le pentole, i tegami o le padelle che – a causa dell’usura – si bucavano. Era una sorta di saldatore che, con fornello, incudini e martello, realizzava secchi e caffettiere oltreché riparare gli oggetti che gli venivano affidati.

Lu scarparu

Ossia il calzolaio. Fino a qualche anno fa, ancora esistevano le botteghe di questi “artisti” in grado di realizzare calzature nuove ma, soprattutto, di riparare le scarpe di chi – all’epoca – non poteva permettersi di ricomprarle.

Un lavoro che con l’avvento del consumismo è andato perdendosi.

L’ombrellaru

Un altro mestiere che è andato perduto è quello dell’ombrellaio, colui – appunto – che riparava gli ombrelli. Era un lavoro stagionale, limitato all’autunno e all’inverno, periodi in cui vi era l’utilizzo degli ombrelli che si danneggiavano col maltempo. Con ago, filo, stecche di ricambio e pezzi di stoffa, ridavano vita agli ombrelli, troppo costosi per essere gettati e ricomprati.

Oltre a questi mestieri ormai quasi perduti, vi erano altri “artisti” che poi col tempo hanno modificato il loro modo di lavorare: è il caso dei muratori, per esempio, che erano specializzati nella costruzione di muretti a secco mentre oggi si son dovuti adeguare alle nuove leggi di mercato.

Discorso analogo per le ricamatrici, i cartapestai, gli scalpellini, i fabbri e i cestai.

Tutti mestieri che è possibile vedere e apprezzare durante i presepi viventi di questi giorni, oltreché nelle numerose manifestazioni organizzate durante il periodo estivo.

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