Il Salento, oltre che per il mare cristallino e le distese di spiagge bianche che hanno portato all’appellativo di “Maldive”, è famoso per la pietra leccese, conosciuta anche come “pietra gentile”.
Si tratta di una roccia calcarea molto ricca di argilla, facilmente malleabile e plasmabile e che è stata molto utilizzata per l’architettura di epoca barocca, sia essa civile, religiosa o militare.
Difatti Lecce, conosciuta anche come la “Firenze del Sud”, ne è ricca in tutte le sue meravigliose costruzioni, proprio perchè – essendo facilmente lavorabile – ha permesso la realizzazione di splendidi decori, capitelli, colonne, balconate, etc che nell’epoca barocca erano molto richiesti e che hanno fatto di Lecce la capitale del barocco.
Storia
La pietra leccese si è formata dalla sedimentazione marina di residui calcarei ed argillosi ed ha origini molto antiche, probabilmente mioceniche. Ha visto la sua valorizzazione a partire dal medioevo, da parte di architetti e scultori locali che, attirati dalla sua bellezza, dal basso costo di estrazione e dalla facilità di lavorazione, la adottarono come base per la realizzazione di tutti quei monumenti che hanno valorizzato e valorizzano l’epoca barocca.
Caratteristiche
La pietra leccese viene estratta solo ed esclusivamente in Salento in cave a cielo aperto (no miniere) e viene utilizzata, ormai, solo nel campo architettonico e scultoreo per la creazione di piccoli arredi.
Si presenta come una pietra dal colore sfumato tra il giallo, il rosa, il bianco perlato e l’ambra, in base alla cava dove viene estratto.
Non è difficile, durante le vostre vacanze in Salento – magari in giro per i suggestivi borghi oppure nel centro storico di Lecce – imbattersi in artigiani e scultori che ancora lavorano la pietra leccese con i metodi tradizionali, anche se la produzione ormai prevede l’utilizzo di macchinari per la lavorazione semi-industriale. Ma il fascino di un vecchio scalpellino non tramonterà mai.
