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Le Pajare: antiche costruzioni in pietra, simbolo del Salento

 

Lì,dove gli ulivi secolari affondano le loro radici nella terra rossa ed aprono le loro chiome maestose e color argento al cielo azzurro, proprio lì, in Salento, terra di sole cocente e mare cristallino, è impossibile non notare, man mano che si procede sempre più a sud verso il tacco dello stivale, tipiche costruzioni in pietra, dalle origini molto antiche, che assieme ai muretti a secco e gli ulivi secolari sono il simbolo del Salento in tutto il mondo: le pajare salentine!

Pajare salentine: rifugio e giaciglio degli antichi contadini

Le pajare salentine, chiamate anche pajaru, pagghiaru, furnieddhu, truddu a seconda delle diverse zone, sono tipiche costruzioni rurali del Salento, spesso dalla forma circolare o quadrangolare, molto spesso confuse con i trulli, altre tipiche costruzioni  pugliesi in pietra,dalla forma tronco piramidale (che è possibile incontrare  nella zona di Alberobello e nella provincia barese) e molto simili anche ai nuraghi, simbolo della civiltà nuragica in Sardegna. Queste costruzioni rurali salentine, divenute ormai un simbolo della storia e tradizione di questa terra, hanno un’origine antichissima. La maggior parte di esse sembrano risalire all’epoca bizantina e più precisamente al periodo intorno al 1000 d.C., ma le più antiche sembrano addirittura risalire ad un’epoca ancor più precedente , tra il 2000 a.C. e l’età del Bronzo in Mesopotamia.

Qual era la funzione delle pajare salentine che ancora oggi, sono disseminate tra gli uliveti e le campagne del Salento, rendendo ancor più affascinante e suggestivo il territorio in cui esse sorgono? E soprattutto perché ancora oggi costituiscono un vero e proprio “marchio di fabbrica” del Salento?

Molto spesso le pajare, costruite con pietre ed altri materiali reperibili in campagna, servivano ai contadini, che passavano gran parte del loro tempo a prendersi cura con grande dedizione delle loro proprietà e dei loro raccolti, come rifugio per ripararsi da temporali improvvisi o come giaciglio nel quale riposarsi e stare all’ombra ed al riparo dal sole e dall’afa estiva. Un tempo, ma in realtà ancora oggi,sono utilizzate anche come rimessa dove molto spesso vengono lasciati gli attrezzi utilizzati durante il lungo lavoro nei campi,ad esempio durante il periodo della raccolta delle olive. Gli antichi contadini prediligevano le pajare salentine anche come abitazioni estive, per via dell’ambiente fresco al loro interno, dove godersi un buon riposo assieme alla propria famiglia numerosa. Ciò che le rende così affascinanti è proprio il fatto che sono una testimonianza vivente del duro lavoro e della dedizione dei nostri antenati e dello stretto e prezioso legame dell’uomo con la sua terra.

Caratteristiche e struttura delle pajare salentine

Immerse, quasi in maniera naturale e spontanea, tra i profumi ed i colori della terra salentina, le pajare venivano realizzate dapprima scavando nel terreno per ottenere un piano d’appoggio, ed incastrando poi le rocce tra loro, riempiendo gli spazi vuoti con pietre e sassi più piccoli, seguendo la tecnica della costruzione dei muretti a secco. Le pajare salentine si caratterizzano per l’avere un unico ingresso principale e per un ambiente piccolo e fresco dovuto principalmente all’assenza di finestre. Un’altra caratteristica di questi gioielli architettonici salentini, è il tetto delle pajare, che si regge grazie alla forza di gravità e dalle pietre che formano le pareti laterali della costruzione,ed  a cui molto spesso si accede attraverso una scala laterale esterna che permette di arrivare in cima. Anticamente le donne esponevano sul tetto fichi, peperoni ed altri alimenti, che venivano lasciati seccare al sole, e venivano poi conservati in barattoli chiamati boccacci e pronti per essere gustati durante l’inverno!

Nonostante molte pajare salentine siano andate distrutte a causa dell’azione del vento, della pioggia e del tempo, è oggi ancora possibile ammirarne tantissime completamente intatte nelle vaste campagne salentine!

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