Mentre trascorrete le vostre vacanze, in spiaggia o in gelateria o in qualunque altro posto che sia, vi troverete sicuramente ad ascoltare la particolarissima sonorità del dialetto del posto: il dialetto del Salento.
Per fortuna, mentre in altre zone d’Italia il dialetto è andato via via scomparendo, qui in Salento è ancora vivo ed è utilizzato anche nelle fasce d’età più giovani, nonostante la scolarizzazione.
Storia
Esso si caratterizza da numerosissime influenze dovute alle dominazioni, incursioni e stabilimenti in questo territorio da parte di diversi popoli, nel corso dei secoli: greci, bizantini, romani, normanni, spagnoli, longobardi, francesi, arabi, romani.
Si tratta comunque di una lingua romanzata, che all’epoca si contrapponeva a quella ellenofona, ancora presente nella zona della Grecìa Salentina.
Le prime tracce di dialetto del Salento si hanno nel XI secolo: ben 154 glosse scritte con caratteri ebraici che sono conservate in un manoscritto a Parma.
Caratteristiche
Il dialetto salentino ha in comune diverse caratteristiche con il quello calabrese e con il siciliano: tutti e tre, rappresentano il gruppo dei dialetti estremi del sud.
Si differenzia da quello barese in quanto conserva molti dei fonemi latini ma, anche in questo caso, non è uniforme su tutto il territorio salentino. Capita infatti che ogni paese, anche se distante pochi chilometri, abbia delle espressioni fonetica particolari e differenti. Tuttavia, possiamo identificare due grandi macro gruppi: il dialetto brindisino e quello leccese.
Qui nel basso Salento, sicuramente vi troverete ad ascoltare il dialetto leccese, o ancor più quello basso-leccese che mantiene quasi tutti i fonemi latini ma che è più facilmente comprensibile rispetto a quello brindisino.
Ed è sempre il dialetto salentino il protagonista della musica più popolare del Salento: la pizzica – di cui abbiamo già parlato nell’articolo “Pizzica Salentina, danza popolare del Salento” e di alcune rappresentazioni teatrali a cui potrete assistere nelle calde serate estive.