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Il Pasticciotto: un altro volto dell’arte del Salento

Il Pasticciotto Leccese è uno dei simboli più significativi di questo territorio; tant’è vero che lo abbiamo inserito nel top 6 piatti tipici da non perdere durante le vacanze in Salento.

Storia e Origini

Esso nasce nel 1745, a Galatina (una cittadina leccese molto bella), per mano di Andrea Ascalone, un pasticcere in serie difficoltà economiche in cerca di fortuna. Si narra che Ascalone abbia, durante gli esperimenti culinari, infornato un avanzo di frolla ripieno di crema pasticcera, reduci dalle numerose preparazioni che in quel periodo di feste patronali si era accinto a fare. Insoddisfatto dal risultato, pare abbia regalato  quello che lui chiamò “un pasticcio” a Don Silvestro, il prete che passava ogni giorno da lui, che invece ne fu estasiato al punto da ordinarne altri da far assaggiare alla sua famiglia.

Il successo, tramite il passaparola, si allargò fino ai paesi limitrofi per arrivare a oggi quando il pasticciotto è conosciuto fino agli Stati Uniti. Si perché gli eredi di Ascalone continuano a tramandarsi la ricetta e a creare varianti, come il Pasticciotto Obama che, appunto, è arrivato fino agli USA.

Il pasticciotto ci regala un insegnamento di vita: il successo di chi non si è mai arreso e ha dato vita ad uno dei piatti tipici del Salento.

Ma cos’è in parole povere il pasticciotto?

Si tratta di uno scrigno di pasta frolla contenente una farcitura di crema pasticcera, con una cottura rapida in forno. È un dolce semplice, ma delizioso, con un profumo irresistibile, che nel tempo ha adottato diverse varianti nella farcitura: cioccolato, amarena, pistacchio, pasta di mandorla e cotognata, crema e mele, marmellate varie, etc.

Nella ricetta, come da tradizione tramandata nei secoli, l’impasto prevede lo strutto (quelli con burro e margarina hanno un sapore meno intenso) e, sempre secondo la tradizione, che debba essere servito ancora caldo.

Puoi visionare la ricetta, cliccando qui.

Una vacanza in Salento non si può dir tale se non si assaggia almeno una volta il nostro Pasticciotto, a colazione, a merenda, come dessert o come si vuole. Ma va assaggiato e, statene certi, ve ne innamorerete esattamente come accaduto a Don Silvestro due secoli e mezzo fa.

 

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