Seguici su:

A cavallo dei due mari, il Salento antico: i frantoi ipogei

Il Salento non si limita solamente alle spiagge da sogno ed alla movida notturna. Ha tanto da raccontare a chi ama la storia e l’arte, o semplicemente a chi ha la curiosità di scoprire le radici antiche di questa terra meravigliosa e calda. Oltre ai monumenti di inestimabile valore cultura che troviamo su tutta la superfice del Salento, anche il sottosuolo ha da regalarci un inestimabile tesoro culturale: i frantoi ipogei.

Essi testimoniano la fiorente attività olearia del IX secolo, sorta sulle ceneri di quellla del grano d’età messapica. Questo spiega perché fossero scavati nella roccia, ma non sono solo questi i motivi!

Perché ipogeo?

Innanzitutto, la collocazione nel sottosuolo garantiva una temperatura tiepida che facilitava la spremitura delle olive e quindi l’estrazione dell’olio.

Lo scarico delle olive era facilitato, in quanto venivano versate nella macina direttamente dalla strada, attraverso un foro posto nella volta.

E infine, oltre alla conversione dei granai in frantoi, perché nel sottosuolo erano maggiormente protetti dalle incursioni dei nemici, in quell’epoca turchi e saraceni.

Il commercio dell’olio

Dopo il contatto con la cultura bizantina, i salentini lasciarono da parte la produzione di grano e si dedicarono al più redditizio commercio dell’olio. Esso veniva usato solo in minima parte come uso alimentare, mentre la maggior parte veniva esportato verso le grandi città europee per alimentare l’illuminazione e per la produzione del sapone. Tutto ciò avveniva grazie alle grandi barche che ne favorivano la logistica: difatti tutti i paesini, nelle loro marine, hanno o hanno avuto porti commerciali adibiti proprio a questo.

Un antico esempio di frantoio ipogeo: il frantoio Cacciatore a Morciano

Nel territorio di Morciano, a pochi chilometri dalle Maldive del Salento, troviamo un esempio di frantoio ancora visitabile: il frantoio ipogeo Cacciatore. Esso si trova nel pressi della Chiesa Parrocchiale, in piazza Papa Giovanni Paolo II e, dall’esterno, si presenta come un antico fabbricato con un portone in legno, probabilmente originale dell’epoca. Al di sopra vi è una lapida con una scritta il latino “affichè tu non vada oltre”. Probabilmente la scritta si riferiva alla funzione antecedente del fabbricato, adibito a ospedale di accoglienza per malati, poveri e bisognosi e per dare rifugio ai cittadini del posto durante le invasioni turche e saracene. Di fatti è addossato sia alla chiesa che all’ex convento dei Carmelitani, oggi distrutto.

All’interno è possibile vedere la macina e le antiche presse; è possibile rimanere incantati davanti a una sezione del fabbricato costruita con la vecchia tecnica di tufo e paglia impastati. E, scendendo una stretta scalinata, il franoio ipogeo vero e proprio, nascosto in una specie di grotta che funse da rifugio anche per un latitante dell’epoca. Laggiù la temperatura è gradevole, si possono notare due massi che all’epoca – strofinando tra loro – macinavano le olive, altri torchi, le cuccette per gli animali e per gli umani.

Altri Frantoi Ipogei

Morciano di Leuca conta tantissimi Frantoi Ipogei, scoperti durante l’esecuzione di opere pubbliche: già solo nel centro storico, se ne contano 18. Il più antico probabilmente è quello Cacciatore ma ve ne sono anche altri, sempre di notevoli dimensioni, tra via Nuova e via Roma e tra via Pace e Largo S. Giovanni.

Ma non solo Morciano è piena di questi frantoi: tutti i paesini del Salento ne collezionano diversi.

Per citarne alcuni: il frantoio della Madonna dei Panetti ad Acquarica, quello di Sternatia, gli innumerevoli frantoi di Presicce (denominata apposta città sotterranea).

Se siete in vacanza in Salento, non mancate di visitarne almeno uno: è uno spettacolo da non perdere.

ULTIME NOTIZIE DAL
BLOG
Hotel La Collinetta
Contattaci su WhatsApp