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Vereto e le centopietre

Nei pressi del Comune di Patù, a pochissima distanza da S. Maria di Leuca, troviamo un sito archeologico che declina dolcemente verso il Mar Ionio: stiamo parlando di Vereto, la città distrutta.

Vereto fu fondata da un gruppo di Cretesi naufragati sulla costa ionica, all’altezza di S. Gregorio, durante il loro viaggio verso la Sicilia. Qui vi si stabilirono fondando questa città che prendeva il nome di Iria. Iria divenne poi Iapigi, poi Messapi e infine Vereto.

Questo insediamento diventò sempre più grande e importante, conosciuto in tutti il Mediterraneo, sia per la grandezza (pare abbracciasse tutto il capo di Leuca), sia per il valore economico e commerciale. Difatti possedeva un porto sulla costa, a San Gregorio, ancora visibile (anche se sommerso) proprio al centro della baia.

Abbiamo diverse testimonianze dell’esistenza di Vereto: la scalinata di S. Gregorio, le possenti mura che furono erette in difesa della città e che si possono vedere passeggiando tra le campagne della collina, la Chiesetta di Vereto che – pare – fosse l’acropoli della città. Ma di Vereto, rimane gran poco perché fu distrutta nel IX secolo dai Saraceni.

I Saraceni avevano come scopo quello di conquistare l’intero Salento che passarono sopra ogni battaglia e sopra ogni tentativo di mediazione. In un’ultimo tentativo, rimase ucciso – oltre a buona parte degli abitanti di Vereto – anche un nobile di nome Geminiano che fu brutalmente ucciso, durante il suo tentativo di portare pace. Da questo episodio, nasce Centro Pietre, un monumento funerario composto da 100 pietre megalitiche trasportate a valle dalle rovine di Vereto, costruito per accogliere le spoglie del martire Geminiano (in seguito trasportato in Francia).

Cento Pietre ha una forma rettangolare, con due spioventi. Ha due entrate e, all’interno è possibile ammirare alcuni affreschi – ormai rovinati – e alcuni reperti come le palle di pietra che venivano usate come proiettili dei cannoni.

Dalla distruzione di Vereto nacque Patù, che deriva da pathos, termine greco che indica dolore, in ricordo delle sofferenze della città di Vereto. Ma dalle rovine della città distrutte, nacquero anche i paesini vicini : Barbarano, Morciano, etc. Tant’è che continuano ad emergere reperti, resti di mura, architetture civili e villaggi collegati.

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