Parte del patrimonio artistico-archeologico del Basso Salento è l’antica cripta basiliana della Madonna del Gonfalone, una chiesa rupestre sita nel rione di S. Eufemia a Tricase, provincia – ovviamente – di Lecce.
Storia
La cripta fu scavata nella pietra tufacea nel corso del nono e undicesimo secolo, con la funzione di rifugio e luogo di culto. All’epoca era poco più di un monastero, costruito dai monaci basiliani, per tutelare il culto sacro durante le persecuzioni religiose. Successivamente divenne una grancia (cioè una specie di fattoria-convento) legata all’abbazia di S. Maria del Mito. (oggi ridotta in rudere)
Struttura
La cripta della Madonna del Gonfalone si articola intorno ad uno spazio quadrato al centro, dove è posto un piccolo altare barocco con l’affresco della Vergine col Bambino, orientato a Nord. Lungo le pareti si possono ammirare i resti e le tracce degli affreschi, pochi, che non sono andati distrutti. La struttura è tenuta su da numerosi pilastri sparsi, di forme diverse, poggiati direttamente sulla terra battuta, mentre il centro è in mattoni.
Sulla volta è presente un cielo stellato, realizzato nel sedicesimo secolo, che – probabilmente – ricopre un’opera precedente più antica.
Vicino all’ingresso, è presente un affresco raffigurante la Crocifissione con la Madonna e S. Giovanni, ma all’interno è possibile vedere S. Maria Maddalena, la morte della Madonna, una scena dei vangeli apocrifi rappresentante un angelo che taglia le mani, etc…
L’ipogeo vanta dimensioni notevoli; è uno dei più grandi del suo genere e per accedervi ci sono due porte, di cui uno che arriva direttamente di fronte all’altare.
Recentemente sono stati fatti lavori di restauro ma, ancora, tanto c’è da fare. Difatti proprio in questi mesi è crollato l’arco di accesso al piazzale antistante, in attesa di essere fedelmente ricostruito.
